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Rapporto annuale della CONSOB sulla Corporate governance delle società quotate italiane. Aumenta l’attenzione per le pari opportunità e per i criteri ESG

24/05/2023

La Commissione Nazionale per le Società e la Borsa (CONSOB) ha pubblicato l’undicesima edizione del Rapporto sulla Corporate governance delle società quotate italiane, 2022, che aggiorna le evidenze in merito ad assetti proprietari, organi sociali, stagione assembleare e operazioni con parti correlate delle società quotate italiane. La presente edizione contiene, inoltre, due approfondimenti relativi alle politiche di engagement adottate dalle società del Financial Times Stock Exchange Milano Indice di Borsa (FTSE Mib) e all’interesse espresso dagli azionisti sui temi “ESG” (Environmental, Social, Governance) nelle stagioni assembleari 2018-2019. Il Rapporto – redatto sulla base dei dati desunti da segnalazioni statistiche di vigilanza e da informazioni pubbliche – intende fornire una panoramica chiara e completa in merito all’andamento della governance delle società italiane con azioni ordinarie quotate sul mercato Euronext Milano (EXM). In tema di assetti proprietari, il Report rileva che, se da un lato la concentrazione proprietaria delle imprese risulta lievemente incrementata, dall’altro, a fine 2021, si registra una riduzione della presenza di investitori istituzionali nell’azionariato delle società quotate italiane. In relazione agli organi sociali, le novità più significative attengono al calo della quota degli emittenti che effettuano la c.d. board evalutation nel corso dell’esercizio, nonché al fenomeno della Gender diversity. A tal proposito, infatti, il Rapporto mostra un significativo incremento della diversità di genere, rilevando come, a fine 2022, la presenza femminile abbia raggiunto il 43% degli incarichi di amministrazione (massimo storico per il mercato italiano) e il 41% di quelli in organi di controllo. Il risultato viene ricondotto, in particolare, all’applicazione da parte della maggioranza delle società della quota di genere dei 2/5 prevista dalla L. n. 160/2019. Risulta costante, invece, il dato relativo alla tipologia di incarichi generalmente conferiti alle donne nell’ambito dei consigli di amministrazione. In particolare, si rileva come queste ricoprano, nella maggioranza dei casi, il ruolo di consiglieri indipendenti e molto più raramente quello di amministratore delegato. La stagione assembleare 2022, con particolare riguardo alle 100 società a più elevata capitalizzazione, ha permesso di registrare una crescita della partecipazione degli azionisti, pari al 75,4% del capitale sociale. Cresce, inoltre, anche il consenso assembleare sulle politiche di remunerazione (approvate, in media dal 67,9% del capitale sociale, in tutte le assemblee generali svoltesi nel primo semestre del 2022) e sul voto consultivo sui compensi corrisposti per l’esercizio precedente (con voti a favore di quasi il 69% del capitale sociale). Da ultimo, circa le operazioni con parti correlate, il Report rileva come queste abbiano riguardato in prevalenza finanziamenti o contratti per la fornitura di beni o per la prestazione di servizi e, meno frequentemente, trasferimenti di attività od operazioni sul capitale.
Di indubbio interesse, inoltre, sono le due sezioni di approfondimento dedicate, rispettivamente, alle politiche di engagement delle società del FTSE Mib e all’interesse verso i criteri ESG espresso dagli azionisti nelle assemblee 2018-2019. Con riferimento alle politiche di engagement, alla data del 31 dicembre 2022, la quasi totalità delle società italiane con azioni ordinarie quotate appartenenti al FTSE Mib ha pubblicato una politica di dialogo con gli azionisti, mostrando così di aver dato ampio seguito alla relativa Raccomandazione (n.3) del Codice di Corporate Governance, 2020, individuando, inoltre, modalità eterogenee di concreta attuazione del dialogo. In relazione, invece, al grado di impegno degli azionisti sulle tematiche della sostenibilità, esaminando gli interventi dei soci in materia di ESG nelle assemblee annuali di approvazione dei bilanci tenutesi negli anni 2018 e 2019, il Rapporto rileva quanto segue. In primo luogo, tali interventi sono stati più numerosi nelle società a maggiore capitalizzazione, operanti nei settori dell’energia e delle utilities, nonché in quelle che redigono la “Dichiarazione non finanziaria” (DFN). Inoltre, tra le principali evidenze, si segnala che, nel 2018, il numero totale di temi ESG trattati nelle assemblee è stato pari a 411; mentre nel 2019 si è registrato un totale di 384 temi, in linea con una generale riduzione del numero dei soci intervenuti. Vale la pena evidenziare, infine, come tra i profili più ricorrenti negli interventi degli azionisti aventi ad oggetto le tematiche ESG – sia nel 2018 che nel 2019 – al primo posto vi sia il tema Social, seguito dai profili Governance ed Environmental.
In conclusione, da una prima analisi del Rapporto emerge chiaramente la tendenza verso una maggiore attenzione a taluni specifici aspetti della governance societaria italiana. Tra questi, l’esigenza di favorire la partecipazione degli azionisti, anche attraverso l’adozione di efficaci politiche di dialogo, la riduzione dei gap in materia di pari opportunità e, quindi, il favore verso una maggiore diversità di genere negli incarichi di amministrazione, direzione e coordinamento degli enti, nonché la sensibilità per le tematiche sottese all’adozione dei criteri ESG. Questi dati sembrano quindi confermare la necessità, per tutte le società quotate italiane, di dotarsi di adeguati sistemi di Corporate governance, anche attraverso l’adozione di regole e meccanismi decisionali il quanto più possibile efficienti e trasparenti.

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