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Esistono paesi europei in cui è possibile non pagare il capital gain?

13/07/2022

Quello della tassazione dei capital gain è un tema particolarmente sentito dai risparmiatori italiani. La nostra normativa ricordiamo che suddivide i risparmiatori in tre categorie; le persone fisiche residenti non in esercizio di impresa, le persone fisiche residenti in esercizio di impresa e le persone giuridiche. A differenza di quanto avviene in Italia, in numerosi paesi, i dividendi e le plusvalenze ( ci riferiamo quindi a quei redditi che derivano da investimenti), sono tassati a un’aliquota diversa da quella prevista nel nostro Paese. in cui i redditi derivanti dall’impiego di capitale, definiti  proventi finanziari, sono tassati, ad eccezione dei titoli di Stato ed equiparati, con un’ imposta sostitutiva al 26% e non confluiscono nell’IRPEF. Gli stessi proventi, a livello internazionale, sono tassati nello Stato di residenza del soggetto percettore del reddito. Quindi un contribuente fiscalmente residente in Italia che percepisce dividendi o plusvalenze su investimenti detenuti all’estero è tenuto all’applicazione della tassazione italiana.

I paesi che nel Vecchio Continente non applicano la tassazione sul capital gain sono cinque: BelgioLussemburgo, le due repubbliche costituitesi successivamente alla divisione della vecchia Cecoslovacchia e la Svizzera. A queste dobbiamo aggiungere la Polonia e le due repubbliche baltiche di Estonia e Lituania. La media europea si attesta intorno al 19, 5%. I paesi con le aliquote più alte sono la Danimarca, la Finlandia e l’Irlanda, con aliquote che vanno dal 42% al 33%. Le più basse invece sono invece quelle applicate in  Grecia ed Ungheria, paesi in cui le aliquote si attestano intorno al 15%.

In Italia la tassazione delle rendite finanziarie viene applicata attraverso tre differenti regimi: il regime della dichiarazione (regime naturale), il regime amministrato ed il regime del risparmio gestito. Le persone fisiche residenti non in esercizio di impresa possono optare tra il regime della dichiarazione ed il regime amministrato o tra il regime della dichiarazione ed il regime del risparmio gestito. Ricordiamo che il soggetto passivo di imposta potrebbe optare anche per più opzioni presso lo stesso intermediario o con più intermediari, a seconda delle operazioni di investimento che sta svolgendo.

Se l’intermediario ha la sede legale o operativa in Italia i proventi sono tassati direttamente alla fonte attraverso il regime del risparmio amministrato o gestito al 12, 5% o al 26%. Nel caso, ultimamente piuttosto frequente, di trading online svolto attraverso intermediari esteri, in tal caso i proventi derivanti dall’attività  andranno obbligatoriamente nel regime della dichiarazione, che consente all’investitore di inserire nella propria dichiarazione dei redditi (modello Redditi PF), di inserire nei quadri RM, RT, o in alcuni casi RL, i redditi, derivanti dagli investimenti effettuati per ciascun periodo di imposta.

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